Tra il momento in cui ho scovato Kind e finalmente ho potuto stringerlo tra le mani e quello in cui ho finalmente deciso di portarlo in classe è passata una quantità spropositata di acqua sotto i ponti. L’ho conservato per mesi in attesa della giusta ispirazione, dell’attività perfetta per non sprecarlo. Ho compreso in ritardo che un momento perfetto non ci sarebbe mai stato e che quando si possiede un piccolo tesoro è bene condividerlo, e così ho fatto. Non l’ho proposto per la giornata della gentilezza, ma ho deciso che per raccontarvi la nostra esperienza in classe con Kind questo fosse il periodo ideale, data la ricorrenza in arrivo nel mese di Novembre.
Kind è un manifesto alla gentilezza, ma non solo per il titolo. È stato realizzato da 38 famosi illustratori del calibro di Axel Sheffler (The Gruffalo), Quentin Blake e Steve Antony, che hanno partecipato a questo progetto per beneficienza. Infatti una parte dei soldi ricavati dalle vendite viene devoluto all’associazione Three Peas, che si occupa di aiutare chi ha perso la propria casa in seguito a guerre e persecuzioni. Insomma nobile nel nome e di fatto e i miei alunni ne sono stati immediatamente rapiti. Ma veniamo a noi.
Come in tutte le attività di storytelling che propongo siamo partiti dalla copertina, dalla sua descrizione e dalle aspettative rispetto a titolo e immagini. Trovo sempre particolarmente stimolante questo momento perché mi permette di entrare in contatto con i pensieri dei miei alunni, approfondendo la conoscenza del loro modo di ragionare. Dopodiché siamo partiti subito con la lettura ad alta voce del testo, dove si susseguono, pagina dopo pagina, numerosi gesti di gentilezza. La prima lettura è stata senza interruzioni, mentre durante la seconda mi sono fermata ad ogni pagina per farmi raccontare cosa avevano capito e per commentare le meravigliose illustrazioni.
Dopo la lettura siamo passati alla rappresentazione sul quaderno dei passaggi salienti, quelli che più ci avevano colpito, per fare una sorta di fase di retelling. Ogni bambino poi ha illustrato il tutto con disegni personalizzati, ha scelto tre azioni gentili e le ha scritte nella propria personale kindness jar con l’impegno di provare a compiere questi gesti verso qualcuno durante la giornata o la settimana.
Successivamente, come attività di rinforzo e consolidamento abbiamo realizzato una kindness jar di classe, cioè un barattolo della gentilezza. Gli alunni hanno scritto su tanti foglietti colorati i gesti di gentilezza più adatti a loro e abbiamo riempito un barattolo, ma va bene anche una scatola, a seconda di quello che si ha a disposizione. Parlando con gli alunni è emersa poi l’esigenza di aggiungere un momento nella nostra routine della mattina in cui l’incaricato di turno avrebbe dovuto pescare dal barattolo un gesto di gentilezza e realizzarlo in quella giornata, a scuola o a casa. Solo nel momento in cui il gesto fosse stato messo in pratica il bigliettino pescato la mattina poteva essere incollato sul grande cartellone della kindness jar di classe. È stato molto emozionante vedere come, settimana dopo settimana, la kindness jar si riempisse progressivamente di gesti di gentilezza.
L’attività è piaciuta così tanto ai miei alunni che alcuni hanno deciso di realizzare una kindness jar anche a casa, diffondendo gentilezza (non proprio spontanea) anche al di fuori della scuola. Inoltre a furia di ripetere e sentire dagli altri le espressioni in lingua inglese molti sono riusciti a interiorizzarle. Insomma Kind offre davvero molteplici spunti sia per inglese sia per discipline diverse come italiano o educazione civica, approfondendo ulteriormente le numerose occasioni di riflessione che offre.
Potete trovare la versione inglese qui —–> KIND
Qui invece la versione tradotta in italiano —–> GENTILE
Se amate la metodologia dello storytelling troverete vecchi post qui o qui.
Buon lavoro teachers!
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